Gate, Sigarette, Yellow Escalator
Michael Beutler
a cura di Helmut Friedel, Giovanni Iovane e Salvatore Lacagnina
21 febbraio 2009 - 29 aprile 2009
Il 22 febbraio 2009 si inaugurano a Catania i primi spazi espositivi della Fondazione Brodbeck-arte contemporanea.
La Fondazione è situata all’interno di un vasto complesso industriale degli inizi del 900: una ex fabbrica di liquirizia composta da diverse palazzine e padiglioni, per una superficie totale di circa 6000 mq.
Progetto e intenzione della Fondazione sono quello di recuperare una vasta architettura industriale, peraltro posta nel centro storico di Catania, e trasformarla in uno “spazio d’arte”. Un’area, quasi un territorio, in cui poter declinare e sperimentare differenti modi e forme dell’arte contemporanea (mostre, spazi espositivi, collezioni, produzione e ricerca) in relazione anche con la storia e il contesto sociale della città. Dopo più di un anno di lavori, una palazzina e un padiglione sono stati restaurati e riconvertiti in uffici e spazi d’arte.
Questa prima significativa tappa, all’interno dell’intero processo, è segnata anche dalla presentazione di un progetto espositivo, intitolato Fortino 1, curato da Helmut Friedel, Giovanni Iovane e Salvatore Lacagnina. Il progetto espositivo prevede, durante un periodo di quattro anni, la realizzazione di mostre personali di artisti internazionali. Ciascun artista selezionato realizzerà il suo progetto avendo come base strategica proprio il particolare e specifico spazio espositivo della Fondazione. Un confronto vissuto realmente con l’architettura del luogo, con le peculiarità della città di Catania ma anche e soprattutto con la partecipazione, attraverso le opere, alla trasformazione della ex fabbrica in uno spazio d’arte. Michael Beutler è il primo artista ad esporre nel ciclo di mostre Fortino 1.
La scelta inaugurale del trentatreenne artista tedesco si può considerare anche come una sorta di manifesto culturale e critico della Fondazione. Difatti, nel giro di pochi anni, Beutler si è imposto all’attenzione critica internazionale in quanto esprime uno dei punti chiave, dal modernismo a oggi, della ricerca e della pratica artistica: i rapporti tra arte e architettura, con particolare riguardo alla riconversione degli spazi industriali e alla specificità degli spazi espositivi. Per Beutler lo spazio espositivo dato è sempre il punto di partenza per l’elaborazione del suo progetto artistico. L’artista analizza forme, funzioni e materiali che costituiscono lo spazio espositivo per poi realizzare delle particolari architetture che coinvolgono lo spettatore sino a farlo diventare attore di un processo di riconversione.
In questo processo di trasformazione reale di un luogo, talora l’artista impiega anche delle “macchine” (da lui stesso costruite manualmente) con la duplice funzione di opera d’arte e di art makers, elevando in tal modo la scultura non solo a oggetto ma a strumento di realizzazione dell’opera d’arte. Gli obsoleti spazi industriali della ex fabbrica e il cantiere di ristrutturazione della Fondazione Brodbeck di Catania rappresentano, così, per Beutler un’occasione speciale per partecipare “architettonicamente” alla trasformazione di questa nuova struttura con differenti funzioni e con una nuova immagine per il quartiere e per l’intera città.
Beutler intercetta questo particolare momento di transizione con degli interventi, che l’artista stesso definisce “addizioni”, che non cancellano la memoria dell’architettura e dei materiali della vecchia fabbrica ma che ne fanno risaltare, o meglio rivivere, la storia e, nello stesso tempo, la trasformazione d’uso in spazio d’arte.
La Fondazione è situata all’interno di un vasto complesso industriale degli inizi del 900: una ex fabbrica di liquirizia composta da diverse palazzine e padiglioni, per una superficie totale di circa 6000 mq.
Progetto e intenzione della Fondazione sono quello di recuperare una vasta architettura industriale, peraltro posta nel centro storico di Catania, e trasformarla in uno “spazio d’arte”. Un’area, quasi un territorio, in cui poter declinare e sperimentare differenti modi e forme dell’arte contemporanea (mostre, spazi espositivi, collezioni, produzione e ricerca) in relazione anche con la storia e il contesto sociale della città. Dopo più di un anno di lavori, una palazzina e un padiglione sono stati restaurati e riconvertiti in uffici e spazi d’arte.
Questa prima significativa tappa, all’interno dell’intero processo, è segnata anche dalla presentazione di un progetto espositivo, intitolato Fortino 1, curato da Helmut Friedel, Giovanni Iovane e Salvatore Lacagnina. Il progetto espositivo prevede, durante un periodo di quattro anni, la realizzazione di mostre personali di artisti internazionali. Ciascun artista selezionato realizzerà il suo progetto avendo come base strategica proprio il particolare e specifico spazio espositivo della Fondazione. Un confronto vissuto realmente con l’architettura del luogo, con le peculiarità della città di Catania ma anche e soprattutto con la partecipazione, attraverso le opere, alla trasformazione della ex fabbrica in uno spazio d’arte. Michael Beutler è il primo artista ad esporre nel ciclo di mostre Fortino 1.
La scelta inaugurale del trentatreenne artista tedesco si può considerare anche come una sorta di manifesto culturale e critico della Fondazione. Difatti, nel giro di pochi anni, Beutler si è imposto all’attenzione critica internazionale in quanto esprime uno dei punti chiave, dal modernismo a oggi, della ricerca e della pratica artistica: i rapporti tra arte e architettura, con particolare riguardo alla riconversione degli spazi industriali e alla specificità degli spazi espositivi. Per Beutler lo spazio espositivo dato è sempre il punto di partenza per l’elaborazione del suo progetto artistico. L’artista analizza forme, funzioni e materiali che costituiscono lo spazio espositivo per poi realizzare delle particolari architetture che coinvolgono lo spettatore sino a farlo diventare attore di un processo di riconversione.
In questo processo di trasformazione reale di un luogo, talora l’artista impiega anche delle “macchine” (da lui stesso costruite manualmente) con la duplice funzione di opera d’arte e di art makers, elevando in tal modo la scultura non solo a oggetto ma a strumento di realizzazione dell’opera d’arte. Gli obsoleti spazi industriali della ex fabbrica e il cantiere di ristrutturazione della Fondazione Brodbeck di Catania rappresentano, così, per Beutler un’occasione speciale per partecipare “architettonicamente” alla trasformazione di questa nuova struttura con differenti funzioni e con una nuova immagine per il quartiere e per l’intera città.
Beutler intercetta questo particolare momento di transizione con degli interventi, che l’artista stesso definisce “addizioni”, che non cancellano la memoria dell’architettura e dei materiali della vecchia fabbrica ma che ne fanno risaltare, o meglio rivivere, la storia e, nello stesso tempo, la trasformazione d’uso in spazio d’arte.