The perfect way to escape
Federico Lupo
Galleria S.A.C.S. c/o Fondazione Brodbeck
21 gennaio 2011 - 26 febbraio 2011
The perfect way to escape è una miscela di immagini, sonore e visive, suggestioni, rimandi, omaggi al passato e nuove intuizioni. Attratto dalle tecniche più tradizionali quanto dai mezzi più recenti, Federico Lupo si fa carico di una ricerca che, senza operare forzature, accosta alla matrice teorica filosofica una pratica di restituzione formale che raggiunge esiti onnicomprensivi tramite l’impiego di espedienti minimi. La sua poetica sembra riprendere i moventi che, agli inizi del Novecento, portarono Marcel Proust ad individuare nella memoria l’unico strumento capace di recuperare il “tempo perduto” e nell’arte l’unica via per sfuggire all’azione del tempo stesso che, nel suo fluire incessante, muta ineluttabilmente la natura delle cose. Tuttavia, la riflessione artistica di Lupo spinge il fulcro dell’indagine oltre la definizione della funzione dell’arte, per registrare gli effetti che quest’ultima produce nella società. I volti plastici -se pure evanescenti- dipinti sui cartellini da lavoro patinati dal tempo, richiamano il bisogno atavico dell’uomo a cristallizzare la vita, a costringere un ricordo entro una forma tangibile che possa essere documento, testimonianza della sua esistenza. Se l’immagine, impressa nella memoria, regala l’illusione di una via perfetta per sottrarsi all’oblio, l’architettura sonora enfatizza la natura ingannevole di questi simulacri, disegnando un paesaggio evocativo dal carattere ambiguo, irreale, distorto e alterato: dimora immaginaria di quel tempo ormai perduto.